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SUCCESSO ? AI FLOYD NON GLIE NE POTREBBE IMPORTARE DI MENO – 9/12/1967

1 Novembre 2008 di Floyd Channell Lascia un commento

Da Melody Maker, 9 dicembre 1967 – di A. Walsh

Intervistati: Syd Barrett, Roger Waters Peter Jenner

Renderla difficile ai giornalisti è lo sport preferito dei gruppi. Questo è uno dei pericoli del mestiere, come chiunque abbia ricevuto i commenti devastanti dei Beatles possa confermare. La settimana scorsa, è stato il turno dei Pink Floyd, il che fu una sorpresa visto che il loro ultimo record “Apples And Oranges” non ha esattamente ancora fatto colpo sulle charts. Sono comunque riuscito a penetrare il loro atteggiamento poco ricettivo e ho chiesto come si sentissero a proposito del successo dopo l’ottimo riscontro nel pubblico di “Arnold Layne” e “See Emily Play”.
“Non me potrebbe importare di meno” è stata la risposta di Syd Barrett. Perché i Floyd non si considerano veramente un record group. Barrett è un avvocato dell’anarchia musicale. Crede che tutto quello che può fare il gruppo è creare un disco che possa far piacere a loro stessi. Se non è commerciale – peccato.
“Tutto quello che possiamo fare è creare dischi che piacciono a noi. Se ai ragazzi non piacciono, allora non li compreranno”. Barrett crede che, idealmente i gruppi dovrebbero registrare la loro musica, stampare i loro pezzi, distribuirli e venderli. Pensa che l’applicazione di considerazioni commerciali danna la musica. Gli piacerebbe togliere di mezzo le compagnie discografiche, i commercianti all’ingrosso e al dettaglio. “Tutti gli intermediari sono un male”, ha detto.
Il Co-manager Peter Jenner ha detto che, comunque i gruppi hanno di gran lunga un’idea migliore di cosa vogliono i ragazzi che le case discografiche. Barrett disse che la ragione per cui i ragazzi hanno sepolto i Beatles e Mick Jagger non è tanto per la loro musica, ma perché fanno sempre quello che vogliono e al diavolo tutti quanti. “Questa è la ragione per cui li hanno sepolti – perché fanno quello che vogliono. I ragazzi questo lo sanno”.
Ho incontrato Barrett e il chitarrista Roger Waters con i manager Jenner e Andrew King all’Ufficio Informazioni Centrale di Lambeth. Avevano rivisto un’inserzione a colori del gruppo per un programma sulla Gran Bretagna distribuito in America e in Canada.
Il pezzo filmato è stato “Jug Band Blues”, scritto da Barrett, che il manager Jenner disse di aver voluto distribuire come loro singolo invece di “Apples And Oranges”. Disse che stava premendo per lanciarlo come il loro prossimo singolo l’anno prossimo.
“E’ quasi una recita poetica di Barrett, con effetti sonori di avant gard del gruppo. Il pezzo centrale è quasi liberamente pop, con sei membri del Salvation Army nella sessione di registrazione a cui fu stato detto “suona quello che vuoi”.
Dopo aver girato il film, ci ritirammo a un coffee bar vicino dove Jenner disse: “Il gruppo ha passato un periodo molto confuso negli ultimi mesi e penso che questo sia riflesso nel loro lavoro.
“Non puoi prendere quattro persone a questo livello mentale – persone che erano architetti, un artista e perfino un cybernetico educazionale – dargli successo e non aspettarti di vederli confusi. Ma ne stanno venendo fuori ora. Loro non sono solo un record group. Loro veramente attraggono il pubblico a vederli e il loro album è stato magnificamente accolto in questo paese e in America. Penso che abbiano molto ancora da percorrere. In verità, questo è solo l’inizio”.
I Floyd entrano nell’arena del pop come un gruppo psichedelico. Arrivarono con l’ascesa di luci e psichedelia, cosa che oggi sta sparendo rapidamente. Stavano utilizzando ancora le luci o avevano preso la decisione di abbandonarle?
“Per niente”, disse Roger Waters, “Con noi, le luci non erano, e non sono un trucco di un prestigiatore. Crediamo che buone luci intensifichino la musica. I gruppi che hanno adottato le luci come un trucco sono adesso forzate a lasciarle, ma non c’è ragione perché lo dobbiamo fare noi. In questo paese, i gruppi erano obbligati a fornire i loro show di luci, mentre negli Stati Uniti, sono i club che forniscono le luci”.
“A dire il vero”, disse Barrett, “abbiamo solo incominciato ad utilizzare le combinazioni e le idee di effetti di luci e musica; pensiamo che la musica e le luci sono parte della stessa scena, una intensifica e migliora l’altra”.
“Ma crediamo che nel futuro, i gruppi offriranno molto di più che solo un pop show. Avranno da offrire un buon show teatrale.

Categoria: Interviews

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