Wet Dream, remasters 2023
Se Wright fosse vivo e attivo sui social, e questo e’ certamente un bel ”se”, i suoi post sarebbero foto di vele spiegate, mari calmi e blu o increspati e grigi, isole greche e musica, la sua, quella di Miles Davis, immagini di pianoforti, tastiere, qualche momento nostalgico, qualche foto con Syd, una festa incredibile di qualche anno fa, il pubblico oceanico dei Pink Floyd nel 1994, l’abbraccio del Live 8.
Rick non userebbe i social per messaggi politici, umanitari, polemici o troppo personali; arrossirebbe imbarazzato leggendo i commenti di chi lo apprezza e adora ricoscendogli la paternita’ dei momenti più eleganti, sofisticati e melanconici della musica dei Pink Floyd.
Quando Wright incise “Wet Dream”, produsse un disco del tutto impudente sia rispetto all’ infuriare del punk che alla necessità di Waters di usare i Pink Floyd per esorcizzare le sue ossessioni.
Il disco e’ elegante e vario, aperto e leggero ma con pezzi, per lo più strumentali, che uniscono a suoni inconfondibilmente Floydiani atmosfere jazz a funk a volte allegre, altre nostalgiche e introspettive.
Il rispettoso remix di Steve Wilson ha reso le varie trame sonore più definite e chiare, trovato qua e la suoni affogati nel frettoloso mix del 1978, allungato un paio di soli dell’ispiratissimo Snowy White. Ha anche fatto scoprire il disco a tanti fans distratti e acceso la speranza che anche il piu’ complesso “Broken China” possa essere ripubblicato in pompa magna su vinile, CD, streaming e blu ray.
“@rickwright hai tenuto nascoste idee buone per un album solista che non ascoltera’ nessuno” twitterebbe Waters se il disco fosse uscito oggi.
“@rogerwaters sai, avevo bisogno di una vacanza, con affetto, Rick”.
Pink’s Song
Wright ha sempre detto che “Pink’s Song”, da “Wet Dream”, non si riferiva ai Pink Floyd ma al suo assistente/tuttofare Pink Mike.
Però, leggendo il testo, e’ molto semplice pensare ad un parallelo tra Syd Barrett e Rick, con riferimenti abbastanza espliciti sia a quello che era successo a Syd dieci anni prima che a quello che stava succedendo a lui allora.
“Tranquillo e sorridente, amico mio,
Gettato nelle nostre vite
Hai dato tutto quello che potevi
Hai visto attraverso il nostro travestimento
Dovevo restare, non potevo andarmene
Dammi tempo così posso respirare
Dammi il tempo per essere a mio agio
Con pazienza, ci hai guardato recitare
Parti che conoscevi
Anche allora, abbiamo a volte chiesto,
Per quale motivo ci tenevi
Preso tra la ragnatela annodata
Ci hai aiutato a liberarci
Purtroppo, poi, ti sei smarrito
Così sei dovuto partire
E devo andare, essere per la mia strada
Lasciami andare, non posso restare
Lasciami andare, non posso restare
E devo andare, essere per la mia strada
Lasciami andare, non posso restare
Lasciami andare, non posso restare”
Wet Dream, wiki:
- Richard Wright: piano, electric piano, Hammond organ, Oberheim synthesizer, vocals, booklet photography (2023 reissue)
- Mel Collins: saxophones (1,3,5,7,10), flute (9)
- Snowy White: guitars
- Larry Steele: bass guitar
- Reg Isidore: drums, percussion
- Hipgnosis: album cover design
- Photography: Aubrey Powell / Rob Brimson
- Gala Wright and Jamie Wright: art direction (2023 reissue)
- Carl Glover: graphic design (2023 reissue)
- Costas Spathis: photography (2023 reissue)
- Steven Wilson: mixing (2023 reissue)
Davide dice
https://youtu.be/5o9b6z0Xyy4?feature=shared
Ascoltate se volete il mio pezzo creato per Rick Wright immagina do che lo abbia composto lui