a cura di Enrico Soldatini
Batterista, collezionista e pilota di auto storiche, grafico.
Il Personaggio
Parlando del grande Nick Mason una premessa è d’obbligo: è l’unica persona al mondo ad essere presente in tutte le fasi della storia dei Pink Floyd.
E’ sopravvissuto al divorzio con Syd Barrett, è sopravvissuto a The Wall, The Final Cut, alle guerre dagli anni 80 ed è, scusate se è poco, l’unico Pink ad essere salito sullo stesso palco con Roger Waters dal 1982 ad oggi.
E’ evidente come Mason sia stato, oltre che un valido musicista, un notevole elemento di coesione all’interno della band, capace di vivere con straordinaria flemma inglese le innumerevoli crisi interne, navigando con stile sulla superficie delle polemiche e mantenendo i nervi saldi quando era necessario farlo.
Il Batterista
Inevitabilmente il suo carattere pragmatico, sarcastico e deciso si riflette nel suo stile di batteria, estremamente caratteristico nella sua essenzialità, potenza e classe.
Nick Mason viene spesso definito “ quello del 4/4 lento” una definizione riduttiva ed ingiusta.
Indipendentemente dalle doti tecniche lo stile di Mason è comunicativo e personale, le sole caratteristiche che dovrebbero essere prese in considerazione per distinguere i musicisti di talento dagli altri. Con alti e bassi naturalmente.
Nei momenti “alti” Mason è addirittura travolgente, con idee semplici ed affascinanti, perfettamente in linea con la classe dei suoi più illustri colleghi.
Carefull With That Axe Eugene, Atom Heart Mother, Echoes, soprattutto nelle versioni live di Ummagumma o quelle dei primi 70, valgono bene le clamorose cinque note di David Gilmour di Shine On.
Il lavoro in studio di Mason, almeno fino ad Animals, è molto più essenziale, pulito e delicato delle sue performance live, sicuramente per semplificare il già complesso lavoro in studio della band.
The Dark Side Of The Moon, è un capolavoro di classe e gusto: non un passaggio fuori posto, ritmi avvolgenti ed intense scariche di adrenalina.
L’intro di Time, i cambi di tempo di Money, i passaggi di The Great Gig In The Sky e di Eclipse sono inscindibili dal sound dell’album dei record.
Animals costituisce invece la miglior performance in studio del nostro o almeno quella che si avvicina maggiormente al suo sound live degli anni 70.
Sicuramente una buona risposta a Wish You Were Here, il lavoro degli anni 70 in cui, per sua stessa ammissione, gli è stato più difficile calarsi.
The Wall è stato per Mason la sfida più grande.
Roger Waters e David Gilmour, uniti a Bob Ezrin, avevano in mente una produzione talmente perfetta e complessa che il lavoro per gli altri musicisti diventò un vero incubo.
Richard Wright si isolò almeno quanto Pink, Mason si mise addirittura a studiare duro per poter affrontare al meglio la complessità del progetto.
Da The Wall fino a A Momentary Lapse Of Reason il lavoro di Mason non si può giudicare facilmente.
Troppi session men e troppe diavolerie computerizzate. Su The Final Cut i suoni di batteria, quando ci sono, sono vivi e bellissimi ma il pezzo più elaborato dell’album, Two Suns In The Sunset, lo suona Andy Newmark. .
A Momentary Lapse Of Reason è semplicemente non giudicabile. Chi sta suonando cosa? ci sono praticamente tutti i batteristi e percussionisti degli anni ottanta tra i crediti di copertina!
Ma è dal vivo che come sempre Mason ritrova grinta e smalto. Malgrado le malignità circolate a lungo è Nick e non Gary Wallis a farsi carico del grosso del lavoro di batteria delle lunghe Tounè 1987-1989.
A dire il vero molti degli interventi di Wallis, anche se spettacolari, appesantiscono inutilmente la maggior parte dei pezzi del catalogo storico della band.
Per gli appassionati o gli scettici esiste un ottimo video pirata del 1987 dove l’inquadratura ai lati del palco rende a Mason giustizia. Suona lui, ed anche molto bene.
The Division Bell segna il suo recupero totale, completo. Il 90% del lavoro in studio è stato fatto da lui ed è inconfondibile.
Ci sono tutti i cliché, le trovate, i passaggi e le caratteristiche del suo drumming senza tempo.
Il breve ma storico The Dision Bell Tour offre a Mason una passerella in cui risulta ancora insuperabilmente se stesso, l’incredibile tempo di Astronomy Dominé ha lo smalto delle performances all’UFO club.
Per chi si stesse chiedendo se il batterista sarebbe ancora in grado, adesso, di montare su un palco e suonare, consiglio di cercare su internet la registrazione della sua partecipazione a sorpresa ad uno dei concerti londinesi di Roger Waters del 2002.
Si è calato perfettamente nella nuova versione di Set The Controls For The Heart Of the Sun elaborata da Waters, la canzone, con almeno due Floyd sul palco ha fascino e potenza, e scorre via familiare ed emozionante come quella di Pompei.
Equipaggiamento, Curiosità.
In carriera Nick ha suonato con sets Premier, Ludwig e DW con pelli Remo, piatti Paiste e, almeno recentemente, bacchette Pro Mark 5b.
Negli anni settanta Mason utilizzava due casse, due tom e due timpani a terra più rullante oltre al famoso set di Rototom per l’intro di Time.
Non sono mancati negli anni momenti stravaganti, come l’enorme set di percussioni utilizzato alla fine dei 60 visibile in alcune foto dell’epoca.
Tra i suoi set più famosi sono assolutamente da citare quello Ludwig trasparente (prontamente e giustamente abbandonato presto) dei primi 70, il bellissimo set Ludwig argentato di Pompeii e quello dipinto usato negli anni tra il 1974 e 1977.
Quest’ultimo è sicuramente il più originale, con la colorazione ispirata a “ La Grande Onda Al Largo di Kanagawa”, quadro ottocentesco del pittore giapponese Hokusai, che corre lungo le due casse ed i due timpani a terra, la batteria, che di solito fa bella mostra di se insieme ad auto da collezione nello studio-museo di Nick a Londra è uno dei cimeli esposti in questi giorni a Parigi alla mostra Pink Floyd Interstellar.
Durante la tournè di The Wall la fida Ludwig perse una cassa, in linea con la moda dei primi anni 80.
Con il ritorno alla grande degli anni 80 il set, sempre Ludwig era di dimensioni sproporzionate ed ancora più sproporzionata per numero di piatti e tamburi era l’incredibile batteria DW che il nostro ha avuto l’onore di suonare ( o che ha avuto l’onore di essere suonata dal nostro) durante il The Division Bell Tour.
Da notare che le batterie di Mason, a partire dal 73/74 sono le uniche al mondo dotate di specchietti retrovisori, servono per non perdere il contatto visivo con i filmati che venivano proiettati nel mitico quinto Floyd: il loro schermo circolare.
Tra i suoni lavori grafici sono da citare la copertina di “Relics” e le note interne della copertina di “Animals”, oltre ai consigli dati per la realizzazione della discutibile Golf Pink Floyd e la maggior parte dei palchi del gruppo.
gurda un video sulle auto, con Nick Mason [thx to Alberto Salin]