Barbara Walters (per il Regent Street Poly Magazine)
“C’è un gruppo promettente al Politecnico, si chiama The Abdabs e spera di sfondare suonando R&B. La maggior parte dei suoi componenti frequenta i corsi di architettura”.
Pete Brown
“Syd Barrett faceva un incredibile lavoro sul palco. Era estremamente poetico, e potevi quasi dire che prendeva vita in quegli spettacoli di luce, “light shows”: una creatura dell’immaginazione. I suoi movimenti parevano orchestrati per armonizzarsi con le luci, e sembrava un’estensione naturale, l’elemento umano, di quelle immagini liquide.”
Wynne Willson
“E’ all’UFO Club che tutto cominciò a svilupparsi. Non c’è dubbio che la musica che suonavano all’UFO è la migliore che abbiano mai fatto. E’ un paccato che non esista nessuna registrazione dal vivo dei concerti che facevano lì. Le improvvisazioni di Syd continuavano per lunghi periodi, ma erano assolutamente immacolate.”
Wynne Willson
“All’inizio del 1967 Syd cominciò a preferire l’LSD alla cannabis. Syd era l’unico del gruppo che veramente si poteva dire far parte del -queste parole possono sembrare presuntuose dette ora- movimento per l’espansione della coscienza. Il che non vuol dire che non prendevamo l’acido per divertimento, ma c’era anche una dimensione di esplorazione, di progresso.”
David Medalla
“Negli anni ’60 Londra era una vera città cosmopolita. C’erano librerie come “Indica”, dove potevi prender parte a letture di poesie ed eventi, ed incontrare scrittori come Allen Ginsberg. C’era la scoperta dell’Oriente: i ragazzi che andavano in giro cantando Hare Krishna non erano ancora la barzelletta che sono diventati dopo. La generazione giovane non era così “blasé” verso la tecnologia, anche nella musica. Lo si vede dai Pink Floyd e la loro musica: sperimentavano nuovi tipi di suoni, li mescolavano con l’approccio visivo. C’era la convinzione reale che queste cose potessero liberare le coscienze della gente. Nel complesso, quello che noi abbiamo ottenuto negli anni ’60 è stato molto più positivo che, per esempio, nei ’70: che era più un urlo di dolore, molto più serio. Ma io preferisco un orgasmo estatico ad un mucchio di sofferenze.”
Christopher Hunt
“I Pink Floyd intendono questo concerto come una esplorazione musicale e visiva – non solo per sé stessi, ma anche per il pubblico. Hanno scitto musiche nuove, che saranno eseguite per la prima volta, includendo alcuni nastri pre-registrati su quattro canali. Visivamente, gli “uomini delle luci” hanno preparato uno spettacolo completamente nuovo.”
Melody Maker
( a proposito di A Saucerful Of Secrets) “… questo brano prova che le sperimentazioni del jazz, del pop, della musica seria e di quella elettronica si stanno muovendo nella stessa direzione…”
John Miles
“… I Pink Floyd hanno sviluppato un suono molto distintivo, risultato di esperimenti nelle performances dal vivo delle nuove tecniche elettroniche, anche se il risultato di questi esperimenti era già stato ben illustrato nel loro primo disco. In questo, al contrario, ci sono ben poche novità. L’uso degli archi così poco fantasioso in See-Saw rovina la canzone. L’uso degli effetti elettronici in A Saucerful Of Secrets è poco efficace e non aggiunge niente di nuovo alla musica. E’ troppo lungo, noioso, e completamente privo di inventiva, soprattutto se paragonato a una composizione elettronica come Metamorphosis di Vladimir Ussacevsky, che risale al 1957, undici anni fa. Let There Be More Light presenta invece i Pink Floyd al loro meglio, così come gran parte del primo lato. Sono canzoni veramente valide e soppiantano tutte le pallide imitazioni del loro stile”. (International Time del 26 luglio 1968)
John Miles
(parlando dell’incontro tra i Beatles ed i Pink Floyd negli studi di Abbey Road) “I due gruppi si incontrarono verso la fine di Aprile, mentre io stavo lavorando con Paul Mc Cartney alle ultime registrazioni di “Sgt. Pepper…” Saputo che i Pink Floyd stavano lavorando nello studio accanto, Paul, Ringo e George si affacciarono per salutarli e … curiosare. Paul fu pieno di complimenti per loro, e, in un certo senso, fu come un “passaggio delle consegne” da un gruppo all’altro, i Beatles riconoscendo l’esistenza di una nuova generazione di musicisti. Mc Cartney era convinto che ci sarebbe stata una nuova sintesi tra la musica elettronica e nuove tecniche di studio di registrazione, con il rock ‘n roll. Non credeva che i Beatles sarebbero stati il veicolo per questa trasformazione, ma bensì i Pink Floyd. E quando i Floyd ricevettero dalla EMI una copia del “Sgt. Pepper…” in anteprima, ci fu una festa nella casa di Jenner in Edbrooke Road: mentre il capolavoro psichedelico dei Beatles veniva suonato e risuonato, giravano gli spinelli ad altrettanta velocità… proprio una festa.”
The Daily Express
“I Pink Floyd si dice che riproducano l’equivalente musicale delle visioni da LSD.. Forniscono la colonna sonora a quei curiosi eventi, che simulano le estasi della droga, e vengono chiamati “freak-outs” (follie), in cui le ragazze urlano e danzano seminude ed i ragazzi si rotolano nudi nella vernice o nella gelatina. Non crediamo che il Comitato delle Arti vorrebbe approvare questo tipo di cose, e voi…?”
Peter Jenner
“Roger fu quello che tenne insieme il gruppo, dopo l’uscita di Syd; era estremamante forte e sicuro. Al contrario, con le sue donne, è sempre stato insicuro ed influenzabile. La sua prima moglie Judy era di idee di estrema sinistra. Quando stava con lei, il denaro dei Pink Floyd veniva speso per acquistare file di case da dare in affitto, a canoni economici, ai più poveri. L’idealista Waters si ritrovò in grave crisi, non riuscendo a conciliare i suoi sentimenti socialisti e la sua comprensione verso i meno fortunati, con il fatto di possedere una Jaguar-E, cui rinunciò in favore di una Mini. Almeno in questo, Nick, Rick e Dave rifiutarono di seguire il suo esempio.”
Clive Welham
“Dave Gilmour è il vero responsabile del lato melodico dei Pink Floyd. Quando si unì a loro non era particolarmente entusiasta del loro tipo di musica. Io penso che fu Dave a dare forma alla loro musica, e a farne una band più matura in quel senso.”
Johnny The Fox (recensione di “Animals” su Record Mirror)
“Chi siano i Porci, chi i Cani, chi le Pecore, lo dovrete decidere voi. Questo è un disco che potrà turbarvi molto. Almeno, a me è successo…”. (Record Mirror del 12 febbraio 1977).
New Musical Express
“ANIMALS è l’album più completo e definitivo che i Pink Floyd abbiano mai fatto da molti anni a questa parte (provate a contarli!). Non è sicuramente un disco di facile ascolto. In ogni caso, la sua violenza non è gratuita. La complessiva esperienza d’ascolto di ANIMALS mi ricorda il pluricitato assioma di Marx secondo cui l’Arte non è uno specchio ma un martello. Be’, a me pare che questo disco vada ben oltre, riuscendo a conciliare entrambe le possibili funzioni dell’Arte. Quella di ANIMALS è grande musica insomma; generosa e intelligente”. (Angus McKinnon in New Musical Express, 12 febbraio 1977).
Karl Dallas (di “Melody Maker”)
“Hanno pieno controllo su ogni dettaglio del loro spettacolo. Sul retro palco, prima di uno dei loro spettacoli, ho santito Roger Waters dare istruzioni ai tecnici: .”
Nick Griffiths
“Ugualmente Roger si è occupato personalmente del montaggio dei filmati che accompagnano l’esibizione. E’ perfettamente al corrente dei dettagli tecnici dell’editing, conosce le tecnologie, e non ha bisogno dell’aiuto o dei suggerimenti di nessuno per realizzare le sue idee. Lui ha le sue idee. L’unico problema è se qualcuno si mette a polemizzare con lui.”
Nick Griffiths
“Nel 1982, dopo “The Wall” le difficoltà all’interno del gruppo cominciarono a diventare insormontabili. Sotto quel fair-play tutto inglese di piccole polemiche, nascoste sotto sorrisi e voci misurate, la guerra che esisteva tra loro due (Waters e Gilmour) era incredibile. E’ vero che Roger è un individuo molto competitivo, e gli piace polemizzare. Può essere una persona molto difficile con cui lavorare, anche a causa della sua fortissima integrità. Ci tiene a portare avanti ciò in cui crede, e combatte per questo, talvolta con ostinazione eccessiva. David è un ragazzo molto più tollerante, ma non è detto che per questo non sappia bene ciò che vuole. Pur cedendo e lasciando correre molte volte, alla fine divenne molto difficile per lui e Roger addirittura stare assieme nello studio di registrazione, perchè su troppe cose non andavano più d’accordo. Così finirono per essere insieme in studio solo quando era strettamente necessario, e solo per lavoro: non si frequentavano più a livello sociale. In più, tra loro accadde qualcosa di simile a quello che era accaduto ai Beatles: quando la band consisteva solo di quattro individui, i problemi erano contenibili. Ma quando si sposarono, divenne inevitabile che anche le mogli partecipassero. Ginger Gilmour e Carolyne Waters venivano da due ambienti totalmente differenti, con idee completamente opposte. C’era tra loro un sacco di antagonismo, come tra Linda Mc.Cartney e Yoko Ono”.
“Comunque, anche nel caso della fuoriuscita di Wright, fu Roger a prendere le decisioni, anche sgradevoli, ma sia Dave che Nick furono grati che fosse lui a prenderle. E dopo un paio di album che diventarono numeri uno, sembravano proprio le decisioni giuste – finchè Roger divenne troppo difficile e perverso…”
Luigi Fedele