Il business del “Classic Rock” vive di anniversari, concerti autocelebrativi e nostalgia di lusso offerta da band che non hanno piu’ niente da dire da decenni.
Nel caso dei Pink Floyd, David Gilmour, Nick Mason e Roger Waters hanno ormai trovato dimensioni soliste che gli consentono di portare avanti versioni diverse di quella che un tempo lontanissimo e’ stata una straordinaria collaborazione, evitando cosi’contrasti che, nel loro caso, sono stati almeno famosi quanto i loro incredibili risultati artistici.
Gli eredi di Wright poi, sembrano del tutto disinteressati al materiale del tastierista, che comprende due dischi solisti che non si trovano neanche in streaming e qualche ora di musica inedita che potrebbe meritare una pubblicazione come materiale bonus.
Eliminato quindi l’onere di condividere un palco o uno studio di registrazione, i nostri sono riusciti, almeno fino a pochi anni fa, a collaborare per gestire il doppio catalogo con uscite non banali, interessanti e curate, come le “Immersion”, il box “Early Years”, la mostra itinerante “Their Mortal Remains”, il video di “Delicate Sound of Thunder” rimontato, la versione del 2019 di “A Momentary Lapse of Reasons”.
Con il fantastico remix di “Animals” e la tragicomica storia delle note di copertina, i tre Floyd devono aver capito che anche gestire il passato e’ ormai difficile ed hanno deciso di mettere tutto in vendita, lasciandosi alle spalle la necessita’ di collaborare, discutere e cercare di proporre pubblicazioni interessanti. I compratori, che si diceva fossero pronti ad offrire 500 milioni di dollari, sono pero’ evaporati spaventati dai tassi d’interesse in crescita, le posizioni politiche Waters e, sembra, la reputazione tutta Floydiana di non trovare accordi, ma l’intenzione dei nostri di non avere piu’ a che fare con il marchio e’ rimasta.
Ecco quindi che quella entita’ astratta, volubile e un po’ goffa che continua a rivolgersi al mondo a nome Pink Floyd via social media annuncia il box per il cinquantesimo anniversario di “The Dark Side of The Moon”: un box da 300 euro che ripropone, in peggio, quello che era uscito gia’ con l'”Immersion” nel 2011.
In nessuna delle loro declinazioni, come band attiva, di catalogo o solisti, i Pink Floyd sono apparsi cosi’ disinteressati ad un prodotto pubblicato a loro nome come sembra sia successo con questo cofanetto; indifferenti e distratti, sembrano essere diventati quella “forza creativa esaurita” chiamata in causa da Waters gia’ nel 1985, pronti ad accettare per quieto vivere di far uscire qualcosa che non puo’ essere definito che mediocre, venendo meno alla coerenza che dal 1967 li ha fatti essere sempre sorprendenti e superiori alla media.
La novita’ del 2023 e’ quindi che anche i Pink Floyd come gruppo di artisti si sono adeguati alla mediocrita’ dei nostri giorni, mettendo la parola fine alla fase creativa della loro storia e diventando adesso un marchio dal valore finanziario a se’ stante e avulso dall’identita’ dei suoi membri superstiti.
Pota l’e isè
un vero peccato,