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La rivoluzione di Nick Mason.

17 Settembre 2018 di Enrico Soldatini 11 commenti

Nick Mason’s Saucerful of Secrets, Stoccarda, 15 Settembre 2018.

Il concerto dei “Nick Mason’s Saucerful Of Secrets” ? Spassosissimo. Non potrebbe essere stato altrimenti, visto che la maggior parte delle canzoni arrivano dalle allegre notti psichedeliche della Swinging London di Barrett.

E’ facile, dopo 52 anni di storia, la tragica vicenda di Syd, le visioni cupe di Waters e tutta l’ istituzionale monumentalita’ associata adesso ai Pink Floyd, dimenticarsi dei loro inizi, del contesto innocente nel quale la band si affermò, quella Londra degli ultimi anni ’60 in cui una generazione di giovani musicisti, attori, fotografi, modelle, comici, ribaltarono l’imbalsamato establishment inglese, scuotendo una nazione intera dal torpore del dopoguerra. “Perché deve essere tutto così terribilmente rumoroso?” chiedeva infastidito l’incravattato Robert Robinson,presentatore di  “The Look of The Week”, ai Pink Floyd nel 1967, ed e’ proprio la sua voce fuori campo che da inizio al concerto, seguita dall’anarchia psichedelica e rock di “Interstellar Overdrive”.

Interstellar Overdrive

 Il resto del repertorio proposto e’ certamente il più pop e rock della loro storia, anche se non mancano le famose suites (Set the Controls, Atom, Saucer) che appartengono comunque al periodo in cui i Pink Floyd erano dei giovani rivoluzionari, niente a che vedere con la band che anni dopo, per colpa degli enormi ego in lotta e la ricerca esasperata del perfezionismo e’ diventata parte dell’“English heritage”,  qualcosa da mettere in mostra nei musei.

 Dell’ego di Nick Mason non e’ necessario parlare: non esiste. 

Del perfezionismo ha parlato lui: “non siamo una tribute band, non vogliamo fare quello che Waters e Gilmour fanno nei loro tour, portiamo imperfezione nel contesto Floydiano”.

Con la musica saldamente in mano a Guy Pratt che dirige tutto il concerto, compreso Mason, ascolta tutto e tutti, corregge gli altri, sorride e annuisce quando Nick fa qualcosa di bello e cazzia il pubblico che filma coi cellulari (occhio a Milano), le imperfezioni certamente non mancano ma l’energia quasi punk del bassista (Pratt cita anche i Sex Pistols durante “The Nile Song” ) riesce nell’impossibile e necessario: far suonare un gruppo di cinquantenni con un batterista in età da pensione come una ottima band di giovani.

Pratt dirige l’orchestra

 E’ ovvia, nel vedere Mason sorridere sul palco, la componente nostalgica nelle scelte musicali del tour, perche’ il batterista e’ tornato agli anni più interessanti della sua carriera, anni in cui, ispirato da Ginger Baker, si mise con due casse in mezzo al palco, dove di solito stanno i cantanti, e provo’ a fare tutto quello che la sua tecnica limitata gli concedeva per essere il cuore pulsante dei Pink Floyd. Anni in cui contribuiva alla musica del gruppo al punto di diventare co autore di tanti dei pezzi suonati oggi dal vivo, prima che la maturità e il perfezionismo lo inchiodassero sul proverbiale 4/4 lento.

“Dopo 52 anni finalmente suono il gong”

 Ma e’ altrettanto evidente come, consciamente o no, Mason abbia reagito, facendo ora “qualcosa di completamente diverso”, al fatto di essere recentemente entrato nei musei davvero. La piccola rivoluzione di questo tour e’ la capacità di smontare e sdrammatizzare, senza mancargli di rispetto, il mito Pink Floyd , riportandoci al centro la spontaneità e il rock. 

Allora vi consiglio di andare al concerto di Milano questa settimana e fare un piccolo test: se non sorriderete, trattenendo a stento l’irrefrenabile voglia di alzarvi e ballare, ma starete li a contare gli errori rispetto ai dischi, spiace dirlo, ma siete diventati adulti e noiosi; altrimenti buon divertimento, immaginate di essere a Londra, all’UFO club, non ve ne pentirete.

Categoria: Recensioni Tagged: Dom Beken, Emma Tricca, Gary Kemp, Guy Pratt, Lee Harris, Nick Mason, Nick Mason's Saucerful of Secrets, Pink Floyd The Early Years, Pink Floyts Early Years, Syd Barrett

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Paolo dice

    17 Settembre 2018 alle 23:22

    Recensione splendida!
    Complimenti alla tua interpretazione di questo tour!!!!
    Se contate gli errori siete diventati vecchi e noiosi.
    Splendido, mai perdere di vista il bimbo che è dentro di noi

    Rispondi
    • Enrico Soldatini dice

      18 Settembre 2018 alle 12:16

      Grazie, e’ proprio così.

      Rispondi
  2. Rossella dice

    18 Settembre 2018 alle 8:20

    Giusto non perdere il bambino che c’è in noi nel mio caso la bambina, Amo la musica dei Pink Floyd di tutta la band. Mi sono divertita ed emozionata al concerto di Roger waters a Lucca senza zioni fantastiche musica stupenda.

    Rispondi
    • Enrico Soldatini dice

      18 Settembre 2018 alle 12:16

      Esperienze diverse, con Roger Waters e’ tutto molto intenso, con Nick ci si diverte.

      Rispondi
      • Simone dice

        20 Settembre 2018 alle 13:37

        A Lucca era la prima volta che vedevi un Pink Floyd ? Con questo ultimo concerto Waters ha modificato un po’ troppo a modo suo il sound Pink Floyd……….

        Rispondi
        • Enrico Soldatini dice

          20 Settembre 2018 alle 17:14

          Chiedi a me Simone? No Waters l’ho visto nel 2002, 2006 *2, 2007, 2010/11 *7, 2017, 2018 mi pare, era sempre intenso.

          Rispondi
  3. Giuseppe dice

    18 Settembre 2018 alle 11:46

    Bellissima recensione. Io stesso, come dici tu, sono spesso “adulto e noioso”, penso al Mason di Animals e mi chiedo per quale motivo continui a suonare. Grazie per avermelo ricordato in questa bellissima recensione! Continuiamo a sognare, Shine on!

    Rispondi
    • Enrico Soldatini dice

      18 Settembre 2018 alle 12:14

      Per divertimento, appunto. Grazie per il commento.

      Rispondi
  4. Piero57 dice

    18 Settembre 2018 alle 20:57

    Giovedì sarò a Milano e cercherò di essere un bambino di 60 anni, grazie per la bellissima recensione.

    Rispondi
  5. Luca dice

    21 Settembre 2018 alle 19:21

    Grande Solda!
    Una sacrosanta recensione che finalmente ci riporta alla cosa fondamentale che è divertirsi ed emozionarsi con la nostra musica preferita!
    Un po’ come si faceva noi tutti i mercoledì al BeBop quando sul palco il nostro entusiasmo e la nostra passione surclassavano di gran lunga anche gli evidenti limiti!
    A presto:-)

    Rispondi
    • Enrico Soldatini dice

      22 Settembre 2018 alle 5:39

      Esatto Luca! Tra l’altro anche noi suonavamo certi pezzi. Bei tempi, fantastici.

      Rispondi

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