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Andrea Scanzi sta portando a giro uno spettacolo dedicato ai Pink Floyd. Chi l’ha visto? Di cosa si tratta? E’ bello?
Neanche posso immaginare quante volte abbia visto e sentito The Wall. Il suo calvario dal primo all’ultimo brano lo so a memoria. Ne conosco, come molti tra voi, ogni snodo e dolore. Compresa la sua trasformazione delirante in dittatore allucinato e razzista, che lo porta alla pazzia nazista nei brani In The flesh, Run Like Hell e Waiting for The worms. Interpretare (letteralmente) quella parte è uno dei momenti più forti – almeno a sentire voi – di Shine On. Ad Arezzo, quando l’ho fatto, molti amici e parenti sono rimasti particolarmente colpiti. La mia compagna ha avuto quasi paura (anche perché a tradimento, in privato, le recito parti di The Trial o la sveglio scandendole cose tipo “Good morning The worm tour honorrrrrr”). Gli occhiali, gli stivali, il nero totale. Neanche la band sapeva fino in fondo che cosa avrei fatto: gli avevo solo detto di accennare la chitarra di Run Like Hell e poi venirmi dietro. È un momento che mi viene naturale fare, probabilmente perché dentro la mia testa l’ho vissuto miliardi di volte. A teatro mi sa che mi munirò pure di uniforme e mitra.
Rivedendo queste foto, effettivamente inquietanti e pure disturbanti (proprio come Pink), devo dire che quel disco mi è proprio entrato dentro. O forse ce l’ho sempre avuto. È uno dei momenti teatrali a cui tengo di più, nella mia piccolissima carriera. Spero che ci sia modo di rimetterlo in scena più e più volte, nei limiti dei miei tanti impegni e delle disponibilità degli organizzatori, perché questo viaggio con i Floyd On The Wing si sta rivelando oltre ogni aspettativa. Intenso e divertente, folle e definitivo. Proprio come i Pink Floyd. Spero che più persone possibile lo vedano. Shine On!
(“La folla si riunisca all’una e un quarto fuori dal Municipio di Brixton, dove andremo a distruggere”. L’esercito dei vermi lo porto io)
Per organizzare e acquistare Shine On: amandapisi@epochearteventi.it
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