Sezione a cura di Sebastiano Scirè Scappuzzo di www.syd-barret.it
Roger Keith (Syd) Barrett e’ nato il 6 gennaio del 1946 a Cambridge, dove ha vissuto in questi ultimi anni. Ci ha lasciati il 7 luglio del 2006, a causa di complicazioni legate al diabete di cui soffriva da tempo.
Maturato musicalmente nelle braccia di una Swingin’ London che accoglieva favorevolmente qualsiasi sperimentazione, Syd insieme agli altri tre Floyd riesce a ritagliarsi uno spazio nei migliori locali di Londra, quelli che dettano legge in fatto di tendenza, presto il pubblico cresce, la sperimentazione e’ gia’ a livelli altissimi pur con risultati altalenanti.
Gli spettacoli dei Pink Floyd diventano subito degli eventi piu’ che musicali, l’idea di creare uno show che soddisfi anche gli altri sensi semina il germe che portera’ ai grandiosi Light Show degli anni a venire.
Il primo repertorio dei Pink Floyd con Barrett consiste in brani blues classici riarrangiati e resi praticamente irriconoscibili da strati di feedback sovrapposti con echi a nastro e da improvvisazioni lunghissime supportate da una sezione ritmica ipnotica e da assoli di organo vagamente orientaleggianti.
Ben presto Syd inizia a scrivere pezzi propri e i risultati sono entusiasmanti, arriva il primo contratto con la EMI e la radio hit: Arnold Layne.
Musicalmente il brano e’ estremamente fresco, interventi di organo amichevolmente detti ‘Fry’s Turkish Delight’, batteria filtrata attraverso l’eco a nastro, testo ironico e surreale: e’ il successo, nonostante alcune radio non vogliano trasmettere il brano proprio a causa del testo.
Segue a ruota See Emily Play, che ne bissa il successo, mentre stanno gia’ lavorando all’LP.
Gli studi di Abbey Road ospitano i Pink Floyd nello stesso periodo dei Beatles di Sgt Pepper, che ne apprezzano l’avanguardia ben miscelata con la musicalita’.
Basta poco pero’ che il giocattolo si rompe: poco dopo l’uscita dell’album Barrett non regge allo stress dell’improvviso successo.
Il music business gli chiede quello che lui non puo’ dare, e lui non puo’ barattare la purezza genuina della sua arte con il successo (Potrebbe essere ‘A walk on part in the war For a lead role in a cage’).
Concerti, appuntamenti radiofonici e televisivi saltano o si fanno via via piu’ imbarazzanti, la situazione sta per precipitare, si tenta di correre ai ripari in vari modi, finche’ viene contattato David Gilmour, amico di Syd di vecchia data ed anche lui di Cambridge.
L’obiettivo iniziale e’ quello di tenere Syd per la composizione dei brani, e Gilmour come chitarrista, decisamente piu’ affidabile in contesti live, ma dura poco.
Un giorno del 1968 qualcuno chiede se devono passare a prendere Syd per un concerto e qualcun altro (si dice Waters) dice di no.
I successivi The Madcap Laughs e Barrett sono sicuramente meno dinamici e frizzanti di Piper, ma non meno affascinanti.
I toni sono piu’ romantici ed intimistici, alcuni episodi lasciano trasparire le difficolta’ di Syd. I due album contengono delle perline preziosissime, Wined and Dined, Octopus, Dark Globe,…
Le progressioni armoniche sono oblique e i musicisti, costretti a suonare in successive takes, rincorrono un Barrett che spesso non segue la metrica e non rispetta le battute. Gli album testimoniano la confusione di Syd in quel periodo.
Poco altro accade dopo.
Altri brani vengono registrati per un terzo album che mai vedra’ la luce, per pochi anni prova con scarsi risultati a rientrare attivamente nel mondo della musica, poi Syd sceglie il silenzio.
Nel 1988 viene pubblicato Opel, raccolta di brani scartati dalle takes dei primi due album (chissa poi perche’ avranno scartato Opel…) e dei brani registrati per il ‘terzo album’. Opel ha il merito di raccogliere in un prodotto ufficiale brani che circolavano da tempo in bootlegs, e spesso di bassa qualita’.
Nel 2001 e’ la volta di Wouldn’t You Miss Me? (The Best Of), la domanda ci ricorda che Syd ci manca proprio, e la EMI ci regala ‘Bob Dylan Blues’, nell’unica registrazione, fino ad allora in mano a David Gilmour.
In tutti gli anni in cui è rimasto eclissato, in molti si chiedevano che fine aveva fatto Syd, e se potevano andare a trovare.
Roger negli ultimi anni ha vissuto da solo, senza l’interesse di incontrare persone che gli avrebbero ricordato il passato, tantomeno fans che lo considerassero un’icona o un modello. Ultimamente aveva concesso all’amico Mick Rock la propria firma sul libro fotografico a lui dedicato, scrivendo semplicemente ‘Barrett‘. Aveva anche visto, e apprezzato, il documentario poi uscito in Dvd sulla sua storia.